III DOMENICA TEMPO ORDINARIO (A)

III DOMENICA TEMPO ORDINARIO (A)
Is 8,23b – 9,3 ; Salmo 26 (27); 1 Cor 1,10– 13.17
MT 4, 12 – 23
TEMA: Sequela - Annuncio
• Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret, e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
Tutto ciò che Cristo fa, dice, opera è sempre in vista dell’adempimento della Volontà del
Padre suo manifestata nelle Scritture. Non va in Galilea per motivi di Contingenza storica; vi
si reca per adempiere la Scrittura. Questo principio operativo di Gesù Signore deve essere il
principio ispiratore di ogni azione del cristiano e in modo particolare del presbitero. La
volontà di Dio è la legge che governa anche le più piccole e insignificanti azioni dell’uomo.
• “Terra di Zabulon e terra di Neftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce; per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce si è sorta”.
Dalla schiavitù politica alla schiavitù del peccato; dalla liberazione della tirannia fisica, alla liberazione dalla tirannia spirituale. Gesù è la luce che illumina le tenebre dell’uomo.
• Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire:
Fatta la presentazione ed indicati i motivi può iniziare la predicazione.
• Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino.
Le parole sono simili a quelle di Giovanni il Battista. Cambia però il significato di esse ed i concetti sono tutti nuovi. La conversione è a Cristo e alla sua Parola, la novità è il regno secondo quella profondità di grazia e di Spirito Santo che Gesù Signore è venuto a portare sulla terra.
• Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, erano infatti pescatori.
Gesù vede. E’ Dio che vede. C’è una priorità di Lui, sempre, in ogni vocazione.
• E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini.
Nella vocazione è sempre indicata la finalità. Non ci può essere una vocazione indeterminata, universale. La vocazione è personalissima, come personalissima è la vita. Pietro ed Andrea sono costituiti pescatori di uomini.
• Ed essi subito, lasciarono le reti e lo seguirono.
Notare la prontezza della risposta e la totalità di essa. Tale deve essere ogni risposta:
subitanea e totalizzante l’intera vita. La vita ormai si esprime nella vocazione. Il resto non le
appartiene.
• Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo figlio di Zebedeo e Giovanni, sua fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riparavano le loro reti; e li chiamò.
Ancora una volta Gesù vede. E’ lui che ha il timone della vita di ogni uomo.
• Ed essi subito lasciarono la barca e il padre e lo seguirono.
Anche per Giacomo e Giovanni la risposta è immediata e istantanea. Notare la differenza di
espressione: manca “vi farò pescatori di uomini”, ma è da supporre.
• Gesù percorreva tutta la Galilea,
L’attività di Gesù non è sedentaria. Egli va, cammina.
• Insegnando nelle loro sinagoghe,
L’insegnamento è qualcosa di dottrinale, di formativo. Egli è il Maestro e i maestri insegnano.
• annunciando il vangelo del Regno
Non solo insegna, ma anche predica: la predicazione è l’annunzio della volontà di Dio dinanzi alla moltitudine. E’ specificato l’oggetto della predicazione: la buona novella del regno. Dio in lui ha posto mano a ricostruire il suo regno. Da notare che la parola REGNO ancora non viene specificata nella sua significazione nuova. E’ lasciata nel suo significato scritturistico.
• e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Gesù non solo predica il regno, lo rende anche presente attraverso la liberazione dalle infermità e malattie, che in un certo senso sono retaggio e frutto dell’altro regno: quello del male e del peccato. Anche la Chiesa deve rendere presente il regno attraverso l’opera di liberazione dell’uomo. Ma sempre come segno di ciò che avverrà alla fine, poiché anche il male fisico offerto a Dio è via per l’edificazione del regno sulla terra. Non dalla morte, ma nella morte; non dalle malattie ma nelle malattie; non dalle infermità, ma nella infermità, attraverso uno spirito nuovo pronto a viverle, ad offrirle, senza per questo cadere in tentazione.

Mentre camminava lungo il mare di Galilea
La missione di Gesù è molteplice ed è riassunta dal Vangelo secondo Matteo in quattro verbi: percorrere, insegnare, annunciare, guarire: “Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo”. Gesù va incontro all’uomo, si reca dove lui vive, opera, lavora, soffre. Va però come Messia del Signore, suo inviato, suo servo, per dire e fare ciò che il Padre gli comanda nel suo Santo Spirito. È questa la sostanziale differenza con noi. Noi andiamo ma in nome nostro, dalla nostra volontà. Non andiamo come inviati da Dio per edificare il suo regno nei cuori. Gesù andava, insegnava, annunziava il regno, lo manifestava compiuto operando guarigioni. Noi andiamo ma non insegniamo e neanche manifestiamo la bellezza del regno di Dio. Oggi si vuole una Chiesa in uscita. Non esce però l’uomo di Dio, da lui mandato per compiere la sua volontà. Esce l’uomo che parla in suo nome e agisce dalla sua volontà. Non insegna e non annunzia il regno e neanche lo manifesta presente tra gli uomini.
Camminare, andare, recarsi, viaggiare, accompagnare, sono queste le azioni che dovrà fare ogni buon missionario di Gesù. Quando si cammina non ci si abitua a nessuna cosa. Il cuore è sempre libero. Si incontrano sempre persone nuove, situazioni nuove, pensieri nuovi, occasioni nuove, città nuove., villaggi nuovi, condizioni di vita nuove. La vita è perenne relazione e la relazione è novità, a motivo della differenza e della diversità che sempre si incontra e alla quale si deve offrire il Vangelo. Gesù è il pellegrino del Padre, il viandante della verità, con l'uomo, per l'uomo. La vita di Gesù inizia sulla via. La via è il luogo primario del suo apostolato. Nel Vangelo secondo Luca termina sulla via. Sulla via Gesù illumina i suoi discepoli sul vero mistero della sua passione e morte. Gesù veramente non ha un luogo dove posare il capo. Giovanni il Battista predica il battesimo di penitenza nel deserto della Giordania, presso il Giordano. Gesù nel deserto si reca solo per essere tentato. Si reca per imparare come si obbedisce a Dio. Finita questa scuola, esce e inizia a percorrere tutta la Galilea. Visita ogni villaggio. Incontra ogni uomo. Invita tutti alla conversione e alla fede nel Vangelo. Proclama che il regno di Dio è vicino. Dio è venuto a visitare il suo popolo. Anche gli Apostoli chiama mentre è per via ed è sulla via che li forma, li ammaestra, li istruisce. Non parlando solamente, non facendo delle lezioni magistrali, non facendogli svolgere un bel programma di studi. Li forma mostrando loro concretamente chi Lui è secondo verità, compiendo le opere del Padre, manifestando con le parole e con le opere cosa è in realtà il regno di Dio che è vicino, che è presente tutto nella sua persona e che dovrà essere offerto, dato ad ogni altro uomo. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci pellegrini del Vangelo.
Spunti di riflessione :
- Sono convinto che il passaggio di Gesù mi chiama anzitutto alla conversione come passaggio dall’egoismo all’amore di Dio e del prossimo?
- Di fronte ad ogni gioia e ad ogni tristezza mi chiedo: "Chi sto seguendo adesso?
- Che cosa significa per me seguire Cristo?
- Sono un collaboratore di Cristo? Ho coscienza di questa responsabilità?
- Sei qualche volta anche tu luce per gli altri?
- Oggi, molti si rinchiudono nella religione cattolica. Come vivere oggi l’universalità della salvezza?
- Quanta attenzione diamo alla vita di coloro che ci sono vicini?
- Sappiamo sottrarre tempo, energie ai nostri impegni, alla nostra quotidianità, per orientarle verso gli altri?