ASCENSIONE DEL SIGNORE (C) LC 24, 46 – 53


Scuola di Vita
ASCENSIONE DEL SIGNORE (C)
At 1,1 – 11; Dal Salmo 46 (47) ; Eb 9, 24 – 28; 10, 19 - 23
LC 24, 46 – 53

TEMA : Prostrazione – Lode

• In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo partirà e risorgerà dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
È una grazia particolare questa: aprire la mente all’intelligenza delle Scritture. L’intelligenza è la penetrazione del senso e del significato di ciascuna parola che si riferisce a Cristo, in modo che esse, ogni parola, vengano comprese ed accolte secondo il loro vero, divino, naturale e soprannaturale significato. Senza questa opera di illuminazione sarà sempre impossibile accogliere il mistero di Gesù. Passione e risurrezione sono assai chiari nella Scrittura, come dovranno essere altrettanto chiare la finalità e la missione degli apostoli. Essi dovranno andare per il mondo a predicare nel nome di Gesù la conversione ed il perdono dei peccati. È questa la liberazione, la vera, l’unica, di cui ha bisogno; è la prigionia del peccato il carcere da cui egli dovrà essere tolto fuori. C’è ancora dell’altro: bisogna partire da Gerusalemme.
Gerusalemme, colei che lapida i profeti ed uccide gli inviati di Dio, ha da parte di Gesù un’altra occasione di grazia e di misericordia. Può accoglierla, se vuole, può ritornare a percorrere i sentieri e le vie della pace, ma non la pace dell’uomo, quella di Dio, che è totalmente diversa. Da Gerusalemme il messaggio della conversione e del perdono nel nome di Gesù dovrà raggiungere il mondo intero. Gesù è il Messia di Dio per l’umanità intera. Israele è solamente la radice che ha portato un tale albero di vita, ma all’albero della vita deve attingere ogni uomo. Poiché gli uomini non conoscono dov’è la fonte della vita, saranno gli Apostoli a mostrarla, andando per il mondo ed indicando Gesù, il suo nome, quale albero di vita eterna per chiunque accoglie la sua parola e beve all’acqua della sua vita.

• Di questo voi siete testimoni.
Gli Apostoli sono testimoni della verità della parola, ma anche della conversione e del perdono. Ma nel loro andare per il mondo dovranno sempre ricordarsi di partire dalla parola, come aveva fatto Gesù con loro; solamente se essi riusciranno a far accogliere nel cuore la parola di vita, Gesù sarà l’albero del perdono e della pace del cuore credente.

• Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
Ma Gesù ha iniziato la sua missione di testimonianza al Padre e alla sua misericordia solo dopo essersi posato su di lui lo Spirito Santo sotto forma corporea come di colomba. Con la forza e la potenza dello Spirito è andato per le vie della Palestina ed ha concluso il suo viaggio sul Golgota, dove ha reso la suprema delle testimonianze, dove ha affermato la Signoria di Dio a prezzo della sua vita, in una confessione di fede che è allo stesso tempo rivelazione perfetta del Padre e del Figlio. Se gli Apostoli andranno nel mondo senza la potenza promessa del Padre, senza cioè lo Spirito di Santificazione, di Rigenerazione, di Verità, di Fortezza, di Santità e di Amore, di Forza e di Coraggio, essi per prima smarriranno la via e si troveranno fuori strada.
Ecco perché la missione, la loro missione di testimonianza a Gesù, dovrà iniziare solo dopo che saranno rivestititi di Potenza dall’alto. Fino a questo tempo, dovranno restare in città, non si dovranno muovere da Gerusalemme. Gerusalemme dovrà essere il punto di partenza, di irradiazione del nome di Gesù su tutta la terra. Dalla croce e dalla risurrezione di Gesù nasce la vita nuova per l’intero genere umano.

• Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.
Non sappiamo il tempo in cui questo avvenne. Il poi di Luca non necessariamente deve essere considerato prosecuzione dello stesso atto di prima. Gesù parte verso il Cielo, ma parte benedicendo i suoi discepoli. È di grande significato questa benedizione. È la benedizione della consegna del mandato ricevuto dal Padre. Gesù si congeda dai suoi lasciando loro la sua stessa missione, come Abramo, come Isacco, come Giacobbe. Questa benedizione è un vero e proprio atto di consegna della benedizione di Dio ad Abramo. Nella tua discendenza saranno benedette tutte le Tribù della Terra. La discendenza dovrà portare fino a Gesù questa parola di promessa. Ora Gesù compie lo stesso gesto di Abramo, benedice i suoi discepoli e li costituisce suoi strumenti perché la sua benedizione raggiunga gli estremi confini della terra. Non sarà più una benedizione per discendenza, per generazione dalla carne, bensì per generazione dall’alto, mediante la fede in seguito alla parola annunziata dagli apostoli. La benedizione dell’apostolo pertanto è inserimento, attraverso la parola e l’azione sacramentale, nella benedizione di Dio, nella salvezza promessa a chi è discendenza di Abramo per la fede.

• Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.
Gesù si nasconde agli occhi degli apostoli. Termina il suo ministero terreno, ora inizia quello celeste, ma non per questo finisce quello sulla terra, perché Gesù è rimasto con noi, ma in una maniera invisibile, la sua presenza è da spirito a spirito, da cuore a cuore, da intimo ad intimo, tramite di questa presenza è la sua parola e la sua vita che gli Apostoli porteranno per il mondo intero.

• Ed essi si prostrarono davanti a lui, poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
L’adorazione è la confessione della divinità di Gesù. Gesù è per gli Apostoli Messia, ma anche Dio. Ora che hanno l’intelligenza delle Scritture sanno veramente chi egli è. Non è solo il Servo del Signore, ma anche il Figlio, quindi Dio e Figlio di Dio, il Figlio dell’uomo chiamato a ricevere dall’Antico dei Giorni Regno e Potenza e Gloria Eterna. Lui questa gloria l’aveva fin dall’eternità, perché da sempre Dio e Figlio di Dio, che nel tempo è nato dalla Vergine Maria, quando si è fatto uomo. Dalla retta confessione nasce nel cuore la gioia. La fede rettamente confessata e santamente vissuta nell’atto dell’adorazione porta e genera la gioia nel cuore. Il mondo cerca la gioia, ma essa è nella fede confessata e professata, detta e vissuta, compresa, amata, proclamata, data ai fratelli.
In attesa di essere rivestiti di Potenza dall’Alto, essi trascorrono i loro giorni nel tempio di Gerusalemme, nella lode del Signore. Ancora loro appartengono all’Antico Israele, all’Antico Patto che vivono nella santità e nella giustizia vera. Ancora non siamo nel nuovo Patto, perché lo Spirito non ha operato quella rigenerazione di vita che li fa passare nel Nuovo. Dopo lasceranno il tempio ed entreranno nel mondo. Dopo non sarà più il tempio di Gerusalemme, ma il mondo il luogo della vera adorazione di Dio. Questo è detto perché noi comprendiamo la grande differenza che intercorre tra il Nuovo Patto e l’Antico. Con il Nuovo si esce da Gerusalemme, anche se bisogna cominciare con Gerusalemme; con il Vecchio Patto invece tutto terminava a Gerusalemme, nel suo tempio. Era quello il punto di arrivo. Per il Nuovo Patto invece il tempio è solo il punto di partenza; poi lo si abbandonerà per sempre, perché il Signore vuole essere adorato in Gesù, il nuovo e definitivo tempio, ma Gesù è scomparso dalla vita degli Apostoli, Gesù non è in alcun luogo, Gesù è nella sua parola e nel suo dono di grazia, ma è dove c’è un apostolo che dona la sua benedizione, attraverso la quale è stato costituito luogo della presenza di Gesù nel mondo e continuatore della missione che il Padre gli aveva affidato.

Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo
Gesù oggi porta a compimento la sua missione. Quanto il Padre gli ha comandato di fare, Lui lo ha fatto con obbedienza perfetta e con intelligenza sempre illuminata, confortata, mossa dallo Spirito Santo.
Non si obbedisce a Dio facendo puramente e semplicemente l'opera comandata. Questa non è obbedienza. L'obbedienza è intelligenza, sapienza, saggezza, conoscenza anche delle più piccole modalità secondo le quali la cosa comandata va fatta. La luce dello Spirito Santo è essenziale nell'obbedienza, altrimenti possiamo correre il rischio di eseguire formalmente un comando, ma non essenzialmente. Lo possiamo eseguire umanamente, ma non divinamente. In questo errore cadono tutti coloro che sono senza lo Spirito Santo. È senza lo Spirito Santo tutti quelli che vivono fuori del Comandamenti di Cristo Gesù.
Possiamo anche comandare, obbedire, legiferare, fuori dello Spirito Santo. Ogni cosa che facciamo non rispecchia però la volontà di Dio, perché non conosciamo la luce vera di sapienza, saggezza, prudenza, accortezza, temperanza, secondo la quale ogni cosa va fatta a suo tempo. Oggi viviamo in una crisi perenne di intelligenza e di sapienza soprannaturale. Viviamo di una crisi di luce dello Spirito Santo.
Gesù ha terminato la sua missione ed è salito al Cielo. Inizia la missione dei suoi discepoli. Qual è questa missione? Ma prima ancora: come potranno e dovranno portarla a compimento? Non c'è missione se non nello Spirito Santo, con la sua potenza di luce e di forza, di verità e di santità. Poiché lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù, il discepolo per essere abitato dallo Spirito di Gesù, deve divenire una cosa sola con Gesù: un solo corpo, una sola volontà, un solo cuore, una sola obbedienza, una sola vita, una sola missione, un solo mistero.
Il discepolo di Gesù è chiamato a mostrare al vivo il mistero del suo Maestro che è mistero di morte e di risurrezione, perché mistero di vita totalmente consegnata al Padre. Quella del discepolo è una vita che non gli appartiene più. La sua vita è di Cristo e Cristo ne ha fatto già un dono al Padre.
Rimanendo nello Spirito Santo, il discepolo compie la missione con la sua luce di verità, la quale ci insegna che conversione e perdono dei peccati sono una cosa sola, una sola inscindibile, inseparabile realtà. Senza conversione non c'è perdono dei peccati. Senza perdono dei peccati, mai vi potrà essere vera e reale conversione. Oggi è proprio questa la tristezza cristiana, segno che lo Spirito Santo non è più la nostra luce: si grida il perdono, ma senza la conversione; si grida la remissione dei peccati, ma senza il ritorno nella Casa del Padre. Si annunzia la giustificazione, ma rimanendo ognuno nella sua lordura di vizio e di trasgressione della volontà di Gesù Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, viviamo in questa grande guerra di ignoranza e di non conoscenza della verità perché privi della luce dello Spirito Santo, vieni in nostro aiuto con i tuoi Angeli e Santi e liberate il nostro cuore da ogni falsità.

Spunti di riflessione :

- Nel nome del Signore. Ciò che vivo ogni giorno in nome di chi lo faccio? Lo riconosco presente nella mia vita?
- A tutte le genti. Ho un cuore capace di accogliere tutti oppure discrimino facilmente secondo le mie vedute? Vivo anch'io con la speranza di raggiungere il Cristo, imitandone l'amore per il Padre e i fratelli? Quale spazio ha la virtù della speranza nelle mie scelte? La certezza di questo dono di Dio cosa cambia nella mia vita?
- Restate in città. Riesco a stare nelle situazioni più difficili o tento, prima ancora di capirne il senso, di eliminarle?
- La mia preghiera. Lodo il Signore per ciò che compie nella mia vita oppure chiedo per me?
- L’annuncio di Cristo non può essere condotto solo a parola, ma con la testimonianza della vita. Cerco di portare con gioia e coraggio la testimonianza di Cristo ovunque? Anche laddove posso trovare rifiuto e ostilità? So essere testimone di perdono e di pace? Rimango sotto l’azione dello Spirito, con la preghiera di ogni giorno, per trovare quella forza senza la quale non potrei testimoniare da solo Cristo? Sono gioioso come gli Apostoli dopo il loro incontro con il Risorto? Questa gioia la porto agli altri? So gioire delle opere di Dio?