IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B

I lettura: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16
Dal Sal 88(89): - Il Signore è fedele per sempre-.
II lettura: Rm 16,25-27
Alleluia: “Eccomi sono la serva del Signore: Avvenga di me quello che hai detto”.(Lc 1,38)
Vangelo: Lc 1,26-38
Colletta
Dio grande e misericordioso, che tra gli umili scegli i tuoi servi per portare a compimento il disegno di salvezza, concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull’esempio di Maria accolga il Verbo della vita e si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile. Per il nostro Signore Gesù….
SUDDIVISIONE
v. 26-27: Circostanze e personaggi.
v. 28-29: Saluto dell’angelo e reazione di Maria:
v. 30-33: 1° parte dell’annuncio della concezione di Gesù;
v.34: Domanda di Maria;
v. 35-37: 2° parte del messaggio: Concezione di Gesù per opera dello Spirito santo ed il riferimento ad Elisabetta come segno;
v. 38: Risposta di Maria.
ANNOTAZIONI
V.26-(Al sesto mese): Si riferisce al concepimento di Giovanni battista(cfr. 1,24-25)
-Angelo Gabriele: Dalle missioni compiute sia nell’AT(cfr. Dn 8,16-26; 9,21-27) sia nel Nt(cfr. 1,11.19.26) Gabriele risulta essere “l’inviato di Dio”(cfr. v.26) che sempre “porta un lieto annunzio” (cfr. v.19), preannuncia nascite, rivela eventi messianici, spiega le une e gli altri.
v.27- Vergine, sposa: Il titolo di Maria Vergine è collegato con la promessa della discendenza di Davide (cfr. Is.7,14). Maria era già sposa di Giuseppe secondo l’uso ebraico, anche se ancora non era cominciata la convivenza.
v.28- Ti saluto: Letteralmente: ”Rallegrati” formula greca di saluto, augurio di gioia con richiamo ad alcune profezie dell’AT (cfr. Sof 3,14: Zc 9,9).
-Piena di grazia: Una pienezza che può avere origine solo in Dio. La grazia richiama il suo essere gratuito.
-Il Signore è con te: Espressione concreta nella Bibbia soprattutto nei racconti di vocazione. Mosè(cfr.Es.3,12), Gedeone(cfr. Giud.6,12), Geremia(cfr.Ger.1,8)
v.29-turbata: Maria non capisce il senso del saluto che le viene dato.
v.30-Non temere: E’ l’avvertimento tipico della manifestazione di Dio all’uomo, che si trova di fronte ad una realtà troppo grande per lui. Stesso avvertimento si trova nei racconti delle donne alla tomba vuota(cfr. Mc 16,6; Mt 28,5).
v.31- Gesù: Nome ebraico che significa “Salvezza è il Signore”, un nome che porta speranza.
v.32-Grande…Figlio dell’Altissimo: L’angelo rivela i titoli e l’identità del bambino. Grande cioè il Signore(cfr. Is.26,4; 33,22; Ger 39,19; Dn 2,45; MI 1,14)
v.33- Regnerà: la profezia di Natan(cfr.2 Sam 7,1-17; Salmo 88(89),27-28)dichiarava che anche Davide sarebbe stato grande, precisando che la sua grandezza sarebbe consistita nella sua futura “casa”, discendenza. In Lc ed At si utilizza il termine grande per esprimere la presenza di Dio sia velata(cfr. At 8,109 che rivelata (cfr. Lc.1,49)
v.34- Non conosco uomo: Esprime la non convivenza con Giuseppe.
v. 35- Ombra: Simbolo della presenza di Dio. Lo Spirito che è la potenza dell’Altissimo viene da sopra a prendere dimora, come la Gloria antica, sotto forma di colonna di fuoco e di nube, accompagnava Israele nel deserto verso la patria(cfr.Es 13,21-22) e scendeva nella tenda del convegno(cfr.Es 24,16-17; 40,34-35)
-Sarà Santo: L’AT chiama “santo” il tempio di dio(cfr. Ab.2,20); il popolo è santo in quanto “consacrato a Dio”(cfr.Dt 7,6); fin dai tempi antichissimi (cfr.1Sam 6,20) il termine Santo diventa sinonimo di dio(cfr.SAl 71,22; Is 5,24; Ab 3,3)in quanto ne designa la realtà profonda: Dio è tre volte(cioè completamente) Santo(cfr. Is 6,3). Questi usi si presentano nel nuovo testamento, dove i santi sono coloro che riconoscono Gesù come loro Signore(cfr. 1Cor 1,2), Santo è Dio(cfr. 1Pt 1,15) Padre (cfr. Gv 17,1);santo è lo Spirito (cfr. Lc 1,35; Mt 1,18); Santo è Gesù(cfr.Mc 1,24). Il figlio di Maria, Gesù è santo perché è figlio del santo, perché è nato per opera dello Spirito Santo, perché suscitatore di una stirpe di Santi.
v.38 – serva: Nella Bibbia i grandi personaggi sono chiamati servi del Signore. Questo titolo esprime l’umiltà di Maria e la sua disponibilità ad accogliere la Parola.

6. Maria Vergine e Madre
Maria, direi, si gloria del parto, non per sé ma per colui ch'ella ha partorito. Dio, dico, perché ha partorito Dio. Volendo dare a sua Madre una gloria singolare nei cieli, la prevenne in terra di grazia tale che poté concepire intatta e partorire integra. Era giusto che Dio non nascesse che da una vergine, ed era giusto che una vergine non desse alla luce altri che Dio. Il creatore degli uomini, per farsi uomo, nascendo dall'uomo, tra tutte dovette scegliersi una madre, che gli si addicesse e gli piacesse. Volle che fosse vergine, perché
nascesse da un'immacolata l'immacolato, che veniva a lavare le macchie di tutti, la volle anche umile, perché da questa nascesse il mite e umile di cuore, che avrebbe dato in sé l'esempio di queste virtù, cosí necessarie a tutti. Diede perciò il parto a una vergine, colui che prima le aveva ispirato il voto della verginità e le aveva dato in anticipo il premio dell'umiltà. D'altra parte, come l'angelo l'avrebbe chiamata piena di grazia, se aveva qualche cosa di poco buono, che non provenisse dalla grazia?
Perché, dunque, colei che stava per concepire e partorire il Santo dei Santi, fosse santa nel corpo, ricevette il dono della verginità, e perché fosse santa nella mente, ricevette il dono dell'umiltà. La Vergine regale, ornata di queste gemme e illuminata dal duplice splendore del corpo e dell'anima, nota nei cieli per la sua meravigliosa bellezza, attirò su di sé lo sguardo dei celesti tanto che attrasse l'amore del Re e fece calar dal cielo il celeste messaggero. E questo ci sottolinea l'Evangelista, quando dice che un angelo fu inviato da Dio ad una vergine; cioè dall'Eccelso a una piccola, dal Signore a una serva, dal Creatore a una creatura. Quanta degnazione di Dio! Quanta sublimità della Vergine! Correte, madri; correte, figlie; correte, voi tutte che dopo Eva e da Eva siete nate e generate voi stesse nel dolore. Accostatevi alla camera della Vergine, entrate, se potete, nella pudica stanza d'una vostra sorella. Ecco Dio manda il suo messaggero a una vergine, ecco l'angelo parla a Maria. Accostate l'orecchio alla parete, cercate di sentire ciò che le dice; forse coglierete qualche parola che vi consoli.
Rallegrati, padre Adamo, ma ancora piú esulta tu, o madre Eva; voi che, come foste genitori di tutti, cosí siete stati uccisori di tutti; anzi, prima uccisori che genitori. Ma consolatevi ambedue, dico, per una figlia, per questa figlia; ma si consoli di piú colei, dalla quale per primo è nato il male, la vergogna della quale è passata su tutte le donne. E' tempo, infatti, che sia cancellata la vergogna e che l'uomo non abbia piú nulla da recriminare contro la donna; esso, infatti, mentre cercava irnprudentemente di scusarsi, non indugiò ad accusarla crudelmente, dicendo: La donna che tu mi hai dato, mi ha offerto il frutto dell'albero e l'ho mangiato (Gen 3,12). Perciò corri, Eva, da Maria; corri, madre, dalla figlia; risponda la figlia per la madre, porti via lei la vergogna della madre, dia lei soddisfazione al padre invece della madre; poiché se l'uomo cadde per la donna, ormai non si rialza se non per la donna. Che dicevi, Adamo? La donna che tu mi hai dato, mi ha offerto il frutto dell'albero e l'ho mangiato.
Queste son parole di malizia, con le quali accresci piú che distruggere la colpa. Ma la Sapienza ha vinto la malizia, che tentò, con quella domanda, di strapparti un'occasione di perdono, ma non vi riuscí, l'ha trovata l'occasione nel tesoro della sua inesauribile misericordia. Una donna prende il posto d'una donna, una prudente è al posto della fatua, un'umile è al posto della superba, che, invece dell'albero della morte, ti offra il gusto della vita, che, invece d'un frutto velenoso e amaro, ti procuri la dolcezza d'un frutto eterno.
Cambia, dunque, la tua parola d'ingiusta scusa in una espressione di ringraziamento e di': Signore, la donna che tu mi hai dato, mi ha offerto il frutto dell'albero e l'ho mangiato; ed è stato piú dolce del miele nella mia bocca, perché quel cibo, mi ha dato la vita. Ecco, per questo è stato mandato l'angelo da Maria Vergine. O Vergine meravigliosa e
degnissima di ogni ammirazione! O donna piú che ogni altra venerabile, piú d'ogni donna oggetto di meraviglia; hai riparato il guasto dei tuoi genitori, hai dato vita ai tuoi posteri!
(Bernardo di Chiarav., Hom. 2, 1-3)