I lettura: Is 63,16-17.19; 64,1-7
Salmo 79
II lettura: 1 Cor 1,3-9
Vangelo: Mc 13,33-37
Colletta
O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché Egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli. Per il nostro signore Gesù Cristo, Tuo figlio, che è Dio…
CONTESTO
Il cap. 13 tratta della fine dei tempi secondo questo schema:
vv 1-4 Introduzione: annuncio della distruzione del tempio
vv 5-37 Discorso di Gesù: v 5 avvertimento
v 6-8 inizio della prova
v 9-13 persecuzioni
v 14-23 grande prova
v 24-27 venuta del Figlio dell’uomo
v 28-32 paragone del fico
v 33-37 conclusione: parabola del portinaio
Suddivisione
Vv 39 Ripresa dell’avvertimento iniziale
34 Parabola
36-37 Appello alla vigilanza di tutti
Osservazioni
v. 33 state attenti: avvertimenti Cfr.vv. 5.9.23
vegliate: Cfr. vv. 34.35.37 sarà sottolineato anche nella passione del getsemani(14,34,37,38)
E’ un appello ai discepoli di non perdersi dietro a speranze e a curiosità circa la fine dei tempi.
V. 34 Padre: brevissima parabola che ha punti di contatto con altre parabole evangeliche: talenti (Mt 25,14s), Mine (Lc 15,12s), Padrone partito per le nozze (Lc 12,35-40), Servo fedele (Mt 34,45-51; Lc 12,42-45)
v. 34 portinai: distinto dal gruppo dei servi ha la missione di vegliare
v. 35: la notte è suddivisa secondo l’uso dell’esercito romano in quattro turni di guardia
v. 36 all’improvviso: tema della venuta del Signore come un ladro. Cfr Mt 24,42-43; 1Ts 5,2; 2Pt 3,10
4. Non piace a Dio condannare, ma salvare
«Viene il nostro Dio, e non sta in silenzio» . Cristo Signore, Dio nostro, Figlio di Dio, al suo primo avvento si rese presente in modo velato, ma la sua seconda venuta sarà manifesta. Quando venne in forma velata non fu riconosciuto che dai suoi servi; quando verrà in forma palese lo vedranno i buoni e i malvagi.
Quando venne sotto il velo della sua umanità, venne per essere giudicato; quando verrà manifestamente, verrà per giudicare. Quando fu giudicato tacque e del suo silenzio il profeta aveva predetto: «Come agnello condotto al macello, come pecora di fronte ai suoi tosatori, non aprì la sua bocca» (Is 53,7).
Ma «viene il nostro Dio, e non sta in silenzio». Tacque mentre subiva il giudizio, ma non allo stesso modo tacerà quando sarà lui a giudicare. E ora non tace, se c'è qualcuno che l'ascolti; ma è detto: «Non tacerà»,quando riconosceranno la sua voce anche quelli che ora la disprezzano. Adesso, quando si annunciano i comandamenti di Dio, qualcuno ne ride. Perché le cose da Dio promesse non sono ora visibili, e non si tocca con mano per ora l'adempimento delle sue minacce, ci si fa gioco dei suoi precetti. Per ora la cosiddetta felicità di questo mondo l'hanno anche i malvagi: e la cosiddetta infelicità la soffrono anche i buoni.
Gli uomini che credono alle realtà presenti e non credono a quelle future osservano che i beni e i mali di questo mondo sono e dei buoni e dei cattivi, senza distinzione. Se desiderano ricchezze, le vedono possedute da gente pessima e da persone dabbene. E vedono anche, se hanno in orrore la povertà e le miserie di questo mondo, che di esse soffrono non solo i buoni, ma anche i malvagi. E in cuor loro dicono che Dio né guarda né governa le cose umane, ma ci ha completamente abbandonati al caso nel profondo abisso di questo mondo,e non ha di noi nessuna cura. E perché non vedono alcuna manifestazione di un suo giudizio, disprezzano i suoi comandamenti.
Però anche ora ciascuno deve riflettere che, quando vuole, Dio vede e condanna senza dilazioni, e quando vuole pazienta. E per qual motivo? Perché se al presente non manifestasse mai il suo giudizio, crederebbero che Dio non esiste; e se lo manifestasse sempre, non riserverebbe nulla per l'ultimo giudizio. Molte cose sono riservate per la condanna e alcune sono punite subito, appunto perché coloro ai quali è concessa una dilazione temano e si convertano. Non piace a Dio condannare, ma vuole salvare, e perciò è paziente con i malvagi, per renderli da malvagi buoni.
Dice l'Apostolo che 1'«ira di Dio si rivela contro ogni empietà» e che «Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere» (Rm 2,6). Ma ammonisce e rimprovera l'uomo che non si cura di Dio: «Ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà e della sua tolleranza?» (Rm 2,4).
Perché egli è buono con te, è longanime, è paziente, perché ti aspetta e non ti toglie dal mondo, tu lo disprezzi, e consideri affatto nullo il giudizio divino, e non riconosci che «la bontà di Dio ti spinge alla conversione. Tu, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere».
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo.
Parrocchia Nostra Signora di Fatima
Erice/Trapani