XIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO (A)

XIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO (A)
Zc 9,9 – 10 ; Salmo 144 (145); Rm 8,9.11 – 13
MT 11, 25 – 30
TEMA: Rivelazione

• In quel tempo Gesù disse: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
Origine di tutto è il Padre: a lui sempre la benedizione e la lode.

• perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
I sapienti e gli intelligenti sono coloro che hanno posto nella loro capacità carnale il principio di
discernimento del bene e del male, del vero e del falso. Per costoro non può esserci rivelazione; non
ce n’è. Se per un motivo qualsiasi dovessero venire a contatto con essa, la rifiuterebbero e la
rifiutano.

• e le hai rivelate ai piccoli.
I piccoli sono coloro che pongono la loro vita e ogni manifestazione di essa nelle mani del Signore;
a lui si affidano, in lui confidano, a lui si consegnano accogliendo quanto il Signore dice per la loro
salvezza.

• Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
La volontà di Dio ed il suo imperscrutabile giudizio devono essere sempre adorati, rispettati, temuti,
confessati.

• Tutto mi è stato dato dal Padre mio;
Anche per Cristo origine di tutto è il Padre.

• nessuno conosce il Figlio se non il Padre,
Non solo tra Padre e Figlio c’è una conoscenza nella quale nessun altro può entrare per sua volontà,
ricerca, desiderio, tentativo. Questa conoscenza è impenetrabile a mente umana.

• e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
In essa si può entrare per rivelazione, per gratuito dono di Amore.
In questa affermazione è affermata sia l’uguaglianza delle Persone divine, sia anche la
“processione” tra Padre e Figlio, che è di generazione eterna. Nessuna creatura può varcare la soglia
del loro amore e della loro conoscenza. E’ una conoscenza ed un amore eterno, infinito.

• Venite a me, voi tutti, che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro.
L’uomo, ogni uomo, vive affaticato e oppresso da ogni genere di avversità. Solo Cristo è il ristoro
dell’umanità. In lui e con lui l’uomo riprende a vivere, a sperare, ad amare, a credere.

• Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,
E tuttavia per essere ristorati da Cristo bisogna passare per il giogo della sua parola, trascorrendo
nella mitezza e nell’umiltà i nostri giorni, imparando da lui che fu l’umile e il mite di cuore.
La mitezza è fortezza nella fede, l’umiltà è perenne ascolto della voce del Padre.
Chi ascolta Cristo e compie la sua parola trova ristoro nelle sue fatiche.

• e troverete ristoro per la vostra vita.
Il ristoro è rigenerazione, vita nuova, è quella perenne novità che sgorga sempre nell’anima che
ama, serve, ascolta, imita il Signore.

• Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.
Ma nessuna paura: il giogo di Cristo è dolce, il suo carico è leggero. E’ leggero perché è verità, è
dolce perché è carità.
Per chi ama nella verità tutto diviene più facile, perché nella carità la Beata Trinità vive in noi e si
fa nostra forza, nostro coraggio, nostra decisione, nostra volontà.

Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (M. Costantino di Bruno)
Oggi Gesù rivela se stesso, la sua verità, il suo essere dinanzi a Dio e al mondo. Lui conosce il Padre e sa come Lui agisce, si relaziona con gli uomini. Il Padre nasconde il suo mistero ai sapienti e ai dotti. Costoro non hanno bisogno della scienza eterna, la rifiutano, la calpestano, la offendono. Loro bastano a se stessi. La loro mente è il loro universo. Niente esiste se non quanto proviene da essa.
Sapienti e dotti sono ricchi, si pensano tali, non riescono a vedere la loro miseria, il loro niente. Non sanno che la mente dell'uomo è meno che la polvere del suolo. Conta quanto il pulviscolo su una grande bilancia. Questa illusione di ricchezza così è condannata dall'Apocalisse: "All'angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi: "Così parla l'Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese"»" (Ap 3,14-22). La convinzione di ricchezza spirituale è vera superbia, vanità pestifera, inutilità che conduce alla morte.
Dinanzi a Dio dobbiamo rivestirci della più grande umiltà. Ci è chiesto di farci piccoli, infimi. Senza questa piccolezza dell'anima e dello spirito, Dio non può entrare nella nostra vita e noi rimaniamo nell'ignoranza di Lui, non lo conosciamo e viviamo da empi, idolatri, grandi peccatori. Ma perché dobbiamo farci così piccoli dinanzi a Dio per avere accesso alla sua piena rivelazione? Perché l'umiltà è così necessaria? Perché Dio ha deciso, stabilito, con decreto eterno, che solo uno è il suo Rivelatore e nessun altro. Dinanzi a quest'unico suo Mediatore noi ci dobbiamo inchinare, prostrare, mettere in ascolto, se veramente vogliamo conoscere Dio.
Questa via divina richiede l'abbattimento di ogni superbia, ogni convinzione, ogni credenza, ogni religione, ogni altra via filosofica o teologica inventata dall'uomo per entrare in possesso della conoscenza di Dio. Questa via divina ci insegna che puntualmente, giorno per giorno, anzi attimo per attimo, è sempre presso Cristo Gesù che ci dobbiamo recare se vogliamo entrare nel possesso della vera conoscenza del Padre. È Lui il nostro Maestro eterno e nessun altro. È anche Lui oggi il nostro Creatore, colui che deve prendere la nostra vecchia natura e rifarla nuova, con vero atto di nuova creazione. Questa è la verità di Cristo e questa la nostra umiltà perenne.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, fateci umili, piccoli, infimi.
Spunti di riflessione :

- Cosa ti produce tensione e cosa ti dà pace? Per te, vivere in comunità è fonte di pace o di tensione?
- Queste parole di Gesù come possono aiutare la nostra comunità ad essere un luogo di riposo per le nostre vite?
- Cosa sono “queste cose” che Dio ha nascosto ai saggi e rivelato ai piccoli?
- La tua preghiera sente il bisogno di esprimere tutta la gratitudine al Padre per i doni che ricevi? Ti capita di confessare pubblicamente di esaltare il Signore a motivo delle opere meravigliose che compie nel mondo, nella chiesa, nella tua vita?
- Nella tua ricerca di Dio fai affidamento sulla tua sapienza e intelligenza o ti lasci guidare dalla sapienza di Dio? Che attenzione poni al tuo rapporto con Gesù? Ascolti la sua Parola? Assumi i suoi sentimenti per scoprire la sua fisionomia di Figlio del Padre celeste?