SANTISSIMA TRINITA’ (A)

SANTISSIMA TRINITA’ (A)
Es 34,4 – 6.8 – 9 ; Salmo Dn 3,52-56; 2 Cor 13, 11 – 13
GV 2, 16 – 18
TEMA: Amore – Verità

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Il mistero di Gesù bisogna leggerlo tutto nel mistero dell’amore del Padre. Tutto quanto Gesù fa, parte dall’amore di Dio e in questo amore si consuma, si compie. Dio ama l’uomo, lo ama di un amore singolare, particolare, lo ama di un amore personale e poiché lo ama, per amore non ha rifiutato di dare il proprio figlio.
L’amore di Dio è gratuito nel suo dono, non è mai gratuito nei suoi frutti. L’affermazione della gratuità dell’amore di Dio anche nei frutti è l’eresia del nostro tempo, veleno di morte che uccide più che i serpenti velenosi nell’accampamento dei figli di Israele, più che l’ultima piaga d’Egitto, che fu la morte dei prigionieri, più ancora che l’invasione delle cavallette e la distruzione di ogni germoglio di vita sui loro passi, più ancora che una guerra sanguinosissima.
L’amore di Dio è gratuito perché elargizione della sua bontà e della sua misericordia. L’amore di Dio diviene nostro solo attraverso la fede nel suo Figlio unigenito. Credere nel suo figlio unigenito, significa credere nel suo mistero di morte e di risurrezione, che è prima di ogni altra cosa mistero di obbedienza, di amore del Padre fino alla morte e alla morte di croce.
Non muore, entra nella vita, solo colui che crede nell’unigenito Figlio di Dio, in quel Figlio che il Padre ha dato per la nostra vita eterna. Credere comporta l’accoglienza della parola di Gesù, che è parola di verità, che è annunzio di conversione e di ascolto del Signore che vuole dall’uomo un amore grande di obbedienza e di sottomissione alla sua volontà. Se questo non avviene, non c’è fede, l’uomo rimane nella morte, non vedrà la vita eterna, perché non ha creduto nell’unigenito Figlio di Dio.
La via della vita eterna non è la pratica religiosa, è la fede nella parola; molti oggi non credono nella parola, vivono però una religiosità intensissima; molte volte tale religiosità viene anche incrementata, alimentata perché si diffonda di più e meglio ed abbracci molti più uomini e donne che per il passato. È giusto che ci si convinca che la via della vita eterna è invece la fede, fede in Gesù Signore, fede nella sua parola, fede nel suo mistero di morte e di risurrezione, che il fedele in lui deve proporsi di attuarlo e di compierlo alla perfezione nella propria.

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Gesù non è venuto nel mondo come giudice di esso; è venuto come suo Salvatore, Redentore. Come il mondo è stato creato per mezzo di Gesù ed è venuto alla luce per sua opera; ora esso deve tornare nuovamente in vita per opera di Gesù. La creazione avvenne per opera del Verbo, la redenzione avviene per opera del Verbo fattosi carne; la creazione si è compiuta come solo gesto di amore, la redenzione si compie nell’amore sofferente, nel dono della vita di Gesù al mondo intero.
Gesù è il dono di Dio per la nostra salvezza; questa la verità dell’incarnazione. Il mondo si salva solo passando attraverso la fede. La fede bisogna farla germogliare nel cuore; essa germoglia solo con la semina della parola di Gesù unitamente allo Spirito del Signore, che è portato sempre dalla santità di chi la parola semina nei cuori. Neanche la parola del vangelo deve essere una parola di condanna; essa è e deve rimanere parola di salvezza e come tale deve essere annunziata e proclamata. Allora non ci sarà giudizio per l’uomo?

Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
Il giudizio ognuno se lo fa lui stesso. Dal momento che non crede in Gesù lui è già condannato, è condannato perché non ha creduto nell’unigenito Figlio di Dio.
Il pensiero di Gesù, che è poi pensiero di Dio, è assai semplice, se lo si comprende nella verità che promana dallo Spirito del Signore. Solo la parola di Gesù è vita eterna per l’uomo, solo essa è la verità della salvezza; chi rifiuta la parola, chi non crede nella verità annunziata da Gesù, si pone fuori della salvezza, anzi rimane schiavo del suo regno di morte. Non entra nel regno della luce chi non accoglie la parola, perché solo la parola è la porta che permette di passare dalle tenebre alla luce, dall’odio all’amore, dall’egoismo alla carità, dalla solitudine alla comunione, dalla morte alla vita.
Se la parola è la sola via di salvezza, allora non resta che annunziare solo essa, essa proclamare per mare e per terra, per colli e per monti, per deserti e per città. Cristo e la parola sono una cosa sola; chi crede nella parola crede in Cristo e chi crede in Cristo deve credere nella parola. Se uno dice di credere in Cristo, ma non crede nella parola, costui è un bugiardo, un mentitore, la verità di Dio non è in lui, perché lui ha separato ciò che Dio ha fatto una cosa sola, una realtà unica ed indissolubile. Cristo è parola di Dio, la parola di Dio è Cristo; la fede deve essere in Cristo e nella Parola, deve essere nella Parola di Cristo. Purtroppo siamo ancora assai lontani dal concepire la parola di Gesù come la porta della salvezza e mille altre parole invadono la mente dell’uomo e la occupano con un assedio perenne.

Chi crede in lui non è condannato (M. Costantino di Bruno)
La Parola di Gesù non consente che sorgano equivoci, contestazioni, altre interpretazioni, frutto di filosofie e teologie umane. La Parola di Gesù è la sola che è di vita eterna per noi. O si crede in essa e si entra nella vita eterna, o non si crede e si rimane nella morte, con l'aggravante della non fede e quindi con la responsabilità di aver rifiutato il dono di Dio. Chi non crede, dall'ignoranza non colpevole passa al rifiuto colpevole. Prima di ascoltare la Parola e dopo averla ascoltata non sono la stessa cosa. Vi è l'intervento della volontà dell'uomo che accoglie o rifiuta il dono di Dio.
Oggi regna molta confusione su queste parole di Gesù. Non solo su queste, ma su tutto il Vangelo. Esso non è più pensato come unica e sola via di vera salvezza. Da molti, anche cattolici, si insegna che la salvezza è anche senza Cristo, fuori di Lui, separati da Lui. Addirittura vi sono gli assertori del cristianesimo anonimo. Tutti costoro confondono il desiderio della salvezza con la vera salvezza. Ignorano che l'anelito verso Dio non è possedere Dio, così come l'anelito verso Cristo non è essere ancora con Cristo. Anelito e possesso del vero bene non sono la stessa cosa.
Immaginiamo un assetato in un deserto infuocato. Il suo cuore, la sua mente, i suoi pensieri, ogni parte del suo corpo è rivestito di un anelito irresistibile verso l'acqua. Questo anelito lo spinge alla ricerca vera dell'acqua, ma non è ancora acqua che disseta. Spinge verso l'acqua, ma ancora il suo corpo è nella sete. La stessa verità urge che venga affermata per tutti coloro che anelano verso la verità, ma che ancora non l'hanno raggiunta, perché non è divenuta vita della loro vita, essenza della loro essenza, corpo del loro corpo, mente della loro mente, anima della loro anima.
L'errore di questi pensatori risiede nel fatto che essi ignorano che la salvezza non è quella eterna, è invece quella nel tempo. La salvezza evangelica consiste nel portare oggi l'uomo in Cristo che è la sua verità eterna. Per Cristo l'uomo è stato creato, per Lui redento, in Lui dovrà entrare per essere salvato. Con il peccato l'uomo si è posto fuori di Cristo. È in tutto simile a quegli enormi cetacei che si spiaggiano. Si può anche versare secchi di acqua sulla loro pelle. Ma quest'acqua non dona loro salvezza. La salvezza è quando essi ritornano a immergersi nel mare. O noi ci immergiamo in Cristo, o siamo tutti spiaggiati. Siamo nella non salvezza. Siamo nella morte.
Credere nel nome dell'unigenito Figlio di Dio non vuol dire sapere che Lui esiste e che la sua Parola è verità per l'uomo. Non si crede in Lui finché non ci si immerge in Lui, finché con Lui non si diviene una cosa sola. Un solo corpo, una sola vita, una sola verità, una sola Parola. La salvezza è nella trasformazione di Cristo Gesù in nostra vita, nostra storia, nostra perenne quotidianità. La salvezza è portare la struttura di Cristo, che è struttura trinitaria, sulla nostra terra. È portare tra gli uomini la vera nozione di eternità, divinità, santità, verità, giustizia, pace.
Credere nell'unigenito Figlio di Dio è divenire con Lui un solo corpo, accogliendo di essere visibilmente Chiesa di Dio. Non però essere di questa o di quell'altra Chiesa, ma di quella Chiesa che è fondata su Pietro. È questa che ha ricevuto da Cristo la promessa di rimanere stabile per sempre nella verità. Le altre sono prive di questa promessa e possono indurre l'uomo al male, alla non fede, alla non giustizia, alla non verità. Questo passaggio è essenziale alla fede in Cristo, perché è solo nella Chiesa fondata su Pietro che Lui regna nella pienezza della sua grazia e verità e di conseguenza nella pienezza della salvezza. Si anela a Cristo anelando alla Chiesa.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero corpo di Cristo Gesù.
Spunti di riflessione :

- Qual' è l'esperienza centrale dell'evangelista e delle comunità, che traspare dal testo?
- Cosa ci dice il testo sull'amore di Dio?
- Cosa ci dice il testo su Gesù?
- Cosa afferma il testo sul mondo?
- Cosa mi svela il testo di me?
- Percepisco la presenza dello Spirito Santo nella mia vita? Come alimento questa presenza e questa conoscenza?
- Mi sono mai sentito/a giudicato/a dal Signore? In che modo?
- Mi sono mai sentito/a amato/a dal Signore? In quale frangente?
- Qual è, secondo me, il desiderio più grande della Santissima Trinità?